I venti di guerra non fermano BlackRock e i suoi clienti. Nella sola giornata di oggi il gruppo guidato da Larry Fink ha aggiunto al proprio ETF su Bitcoin capitali per 639,2 milioni di dollari. Una cifra enorme, che vale doppio all’interno di una giornata che ha visto invece capitale in uscita da parte di tutti gli altri ETF, in particolare quello di Fidelity, per quantità importanti.
La giornata si chiude complessivamente in positivo – e si chiude in positivo proprio per il grande contributo offerto da BlackRock. Un segnale che però appare ormai come inequivocabile: sono con ogni probabilità gli istituzionali a continuare a accumulare, mentre il resto del mercato e principalmente i retail si sono fatti spaventare dalle incertezze e anche da un prezzo di Bitcoin che nel corso della giornata di ieri ha corretto in modo importante.
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BlackRock guida, di nuovo, la carica a Bitcoin
I numeri non potrebbero essere più chiari. Nella giornata di ieri iShares, ovvero la società di BlackRock che gestisce il grosso degli ETF dell’azienda, ha incamerato nel suo ETF su Bitcoin circa 639,2 milioni di dollari. Tutto questo all’interno di una giornata che ha visto invece gli altri ETF attivi perdere somme importanti.
Gestore | Performance |
---|---|
iShares IBIT | +639,2 milioni di dollari |
Fidelity FBTC | -208,5 milioni di dollari |
Bitwise BITB | -22,8 milioni di dollari |
Ark ARKB | -191,4 milioni di dollari |
La performance di BlackRock è notevole. In una giornata che ha visto 13 candele orarie in rosso per Bitcoin, l’ETF del più importante gruppo di gestione capitali al mondo ha riportato numeri (quasi) da record.
- Dal 9 giugno in positivo
Per trovare una giornata di deflussi per BlackRock bisogna tornare allo scorso 6 giugno, quando dal fondo fuoriuscirono 130,5 milioni di dollari. Per le 7 successive sessioni ci sono sempre stati afflussi, dai 120,9 milioni di dollari del 9 giugno ai 639,2 milioni di dollari di ieri, 17 giugno.
Chi sta comprando?
Date le cifre coinvolte e con il dato in controtendenza la spiegazione più logica è quella di acquisti da parte degli istituzionali. Istituzionali che hanno orizzonti temporali talvolta più ampi di quelli degli investitori retail e che anche in un 2025 dall’andamento non lineare hanno continuato a accumulare per miliardi di dollari.
Con ogni probabilità con la prossima diffusione dei form 13-F, con i quali le società quotate e i fondi devono segnalare detenzioni significative di asset, ne sapremo di più.
Rimane la fiducia, per ora confermata dai numeri, di un 2025 che sarà migliore del 2024, anno di lancio di questi prodotti, almeno per quelli gestiti da BlackRock. La società di Larry Fink continua a giocare un altro campionato rispetto a una concorrenza che è ormai a distanza siderale.
Rimane il forte dubbio che dietro questa corsa ci sia proprio l’interesse di clienti ai quali gli altri gestori non hanno accesso.
Caso Solana
Si parla con sempre maggiore insistenza della possibilità che – a cose ormai quasi fatte – BlackRock invii la richiesta di approvazione anche per un ETF su Solana, che diventerebbe il terzo per il gruppo a tema crypto, dopo quelli su Bitcoin e su Ethereum.
Intanto su Bitcoin iniziano a muoversi con una certa convinzione anche i grandi gruppi europei. BBVA ieri ha confermato la proposta ai clienti più facoltosi di investimenti in Bitcoin e Ethereum (e per ora no su altre crypto), con un’allocazione tra il 3% e il 7%. Sono movimenti che per numeri non faranno la differenza – almeno rispetto a quanto è stata in grado di accumulare BlackRock con il suo ETF, ma che sono comunque un segnale di enorme importanza per la percezione di Bitcoin come asset fatto e finito.
gli istituzionali acquistano da Black Rock forse perchè ha commissioni inferiori rispetto agli altri ETF?